Più a suo agio quando deve scrivere leggi e ragionare in politichese
che nel fare polemica, malgrado i tantissimi incarichi pubblici
ricoperti Sergio Mattarella non ha lasciato grandi tracce nel dibattito
quotidiano dal 1983 (anno in cui entrò in Parlamento) ad oggi. Della
antipatia per Silvio Berlusconi si sa già tutto; dagli altri suoi (rari) interventi è possibile fare una mappa delle idee del
probabile nuovo Capo dello Stato.
Tra Madonna e Cicciolina - Estate, stagione di concerti. L’evento canoro di quella del 1990 è il tour di Madonna. La
Conferenza episcopale insorge contro la cantante, messa all’indice per «lo scarso contenuto artistico e la volgarità nel
mescolare sacro e profano». Al fianco dei vescovi si schiera l’allora ministro dell’Istruzione del sesto governo
Andreotti: il democristiano Mattarella. Gli risponde la deputata radicale Ilona Staller: «Si preoccupi dell’educazione
sessuale nelle scuole anziché del carattere educativo dei concerti rock».
Tendenza Scalfaro - Il settennato che il Cavaliere ritiene il peggiore di tutti è per Mattarella il modello cui ispirarsi.
Nel 1998, quando il mandato di Oscar Luigi Scalfaro si avvicinava alla scadenza e mezza Italia contava i giorni che
mancavano all’addio, Mattarella insisteva: «Rieleggiamo Scalfaro al Quirinale». Quella volta nessuno lo prese sul
serio.
Le gioie del trattino - Il grande argomento che scuote l’alleanza di governo nell’estate del 1999 è il trattino. E qui
Mattarella è un esperto. «Mi fa vedere come ha scritto “centrosinistra”?» fa al giornalista di Repubblica che lo
intervista. «Senza trattino? No, guardi, così non va bene: così perdiamo... Scriva “centro-trattino-sinistra”: rende
meglio l’idea di un’alleanza tra due soggetti diversi». (Ovviamente le elezioni le vinse Berlusconi).
Comunisti sì, radicali no - Nel febbraio del 2005 fervono le trattative dell’Unione per allargare l’alleanza ai radicali.
Mattarella è contrario: «Sono convinto che l’accordo con i radicali ci farebbe perdere consistenti fasce del nostro
elettorato», sbotta. Perché Armando Cossutta sì e Marco Pannella no? «Con gli alleati dell’Unione vi è in comune il
valore della solidarietà», risponde. «Condividiamo il rifiuto dell’individualismo esasperato nell’economia e nella vita
sociale. Non è così con i radicali».
Con i gay e con la Bindi - Il 2006 è l’anno dei Pacs, le unioni civili (anche) tra gay proposte dal centrosinistra.
Mattarella si tiene alla larga dalle polemiche; Rosy Bindi, ministro della Famiglia, no. In un’intervista al Corriere
difende i Pacs e sostiene che quelli delle coppie omosessuali sono «diritti da garantire». Si scatena il pandemonio, ma
Mattarella accorre in difesa della sua amica: quella intervista, dice, è «equilibrata ed ineccepibile, cristianamente
ispirata».
Fausto Carioti